A chi non è mai capitato di fantasticare sui possibili bivi della propria vita? Se quel giorno fossimo rimasti a casa invece di andare a quella festa; se avessimo accettato quella proposta di lavoro che lì per lì sembrava meno vantaggiosa, e che invece forse avrebbe fatto al caso nostro; se avessimo studiato qualcos’altro, o scelto di fare l’erasmus o di mollare tutto e partire per il giro del mondo. La nostra vita è una, e a meno di decidere di fermarsi e ripartire da zero, non ci è data la possibilità di fare prove generali e di vedere in anticipo come andrebbero le cose.
Bene, anche per le storie, come per la vita, solitamente è così: un arco temporale, un protagonista, una situazione, un intreccio, dei personaggi secondari. Paul Auster, invece, ha voluto cimentarsi con un progetto ben ambizioso: raccontare quattro possibili vite di Archie Ferguson, nato nel 1947 nel New Jersey da genitori di famiglia ebrea. L’inizio del libro è il medesimo per tutti e quattro gli Archie, a mano a mano le diverse situazioni si differenzieranno dando origine a intrecci diversi; in ogni caso ci saranno delle persone verso le quali Ferguson verrà attratto come da una calamita: Amy, Noah, Jim, solo per citarne alcuni. I quattro Ferguson sviluppano caratteri e modi di fare diversi, anche a seconda degli eventi personali che si trovano a fronteggiare, ma in comune hanno tanto: l’amore per lo sport, per lo studio, per la letteratura e la scrittura, le inclinazioni politiche e l’intraprendenza e la curiosità.
Se nella prima metà il romanzo (i romanzi) si concentra sulla famiglia e sull’infanzia di Ferguson, più si va avanti e più diventa chiara quale sia la vera protagonista del racconto, ovvero la storia americana degli anni Cinquanta e Sessanta, che viviamo attraverso gli occhi di Ferguson. Come un novello Forrest Gump o Don Draper, Ferguson diventa il nostro punto di vista privilegiato sulla Storia così intensa di quel periodo: la morte di Kennedy, la guerra fredda, il Vietnam, il femminismo, la lotta per i diritti dei neri, le manifestazioni studentesche nelle università.
Per un appassionato di storia questo libro è un vero tesoro; per un amante della scrittura scorrevole ma corposa, anche. Un libro che è un fiume in piena, con personaggi molto ben delineati, che, certo, richiede qualche sforzo per distinguere le quattro diverse vite e tenere il filo, a volte; un affresco autentico di come deve essere stato crescere a New York in quegli anni in cui il mondo stava cambiando per sempre per poi cambiare ancora altre cento volte: un’opera monumentale e geniale che consiglio assolutamente di leggere.