Da quattro anni lavoro coi social media. Sono iscritta a Facebook dal 2007, prima ero iscritta a MySpace, usavo quotidianamente Lastfm e Anobii, e la mia mail di Gmail probabilmente risale al 2006. Ogni giorno, per lavoro e per motivi personali passo sui social metà della mia giornata, e non sono di certo una di quelle persone che li vedono di cattivo occhio; anzi, sono solita rispondere a chi se ne lagna che non potrei farne a meno perché grazie a loro riesco ad avere uno stipendio sicuro.

Detto ciò, quasi per caso negli ultimi mesi ho infilato diversi libri che hanno per argomento i social media e come ci approcciamo a loro. Prima Purity di Jonathan Franzen, poi Le risposte di Catherine Lacey, e per finire Il Cerchio, di Dave Eggers. Risultato: ansia. Ieri sera ho chiuso la quarta di copertina de Il Cerchio e avevo voglia di disattivare tutti i miei account e scomparire nella foresta come in Into the Wild.

Ma veniamo ai libri.

Purity

Finalmente Einaudi l’ha pubblicato in formato tascabile; il mio feticismo dei libri mi impediva di leggerlo con la copertina rigida dei Coralli, visto che possiedo già Le correzioni e Libertà in questo formato (quando uno è malato, è malato). Ho dovuto quindi aspettare un bel po’, ed è stato faticoso, considerato che Franzen è uno dei miei preferiti, coi suoi grandi intrecci e richiami, avanti e indietro nel tempo, personaggi e storie che si inseguono. La protagonista, Purity, è cresciuta senza conoscere il padre, né la sua identità, in ristrettezze economiche, e ha un grande debito universitario da estinguere. Per fare fronte a questo debito inizia a lavorare per il Sunlight Project, per Andreas Wolf, una specie di Julian Assange. Per una serie di circostanze, nemmeno troppo casuali, Purity sarà inglobata in una serie di circostanze più grandi di lei e farà i conti la sua vera storia.

Bello, ma non ai livelli dei precedenti di Franzen.

Le risposte

Apparentemente Le risposte è il più scanzonato dei tre libri, ma in realtà anche qui la trama è una riflessione molto profonda sui sentimenti e l’amore all’epoca dei social, su come appariamo e come vogliamo apparire, con un’atmosfera angosciante che avevo trovato anche in un altro romanzo americano scritto da una giovane donna: Il corpo che vuoi di Alexandra Kleeman. Anche qui atmosfere surreali e in stile Black Mirror ci portano a pensare a quanto i social influenzino i nostri comportamenti e le nostre emozioni.

La protagonista, Mary, è una trentenne squattrinata e afflitta da ogni tipo di malattia psicosomatica, per la quale è necessario il PAKing, una complicata e costosa cura a metà tra fisioterapia e new age. Per poterla pagare è costretta a trovare un altro lavoro, ed è così che inizia ad interpretare la Fidanzata Sentimentale per un esperimento condotto da Kurt, un attore famoso insieme a un team di scienziati. Tra appuntamenti meticolosamente pilotati dagli studiosi, intense sedute di PAKing e racconti del suo passato complicato vediamo complicarsi le cose per Mary, che arriverà a dire:

L’amore è un compromesso per ovviare al fatto che ci è dato di essere una persona sola.

Molto intenso, mi è piaciuto tanto.

Il Cerchio

Mae ha 24 anni ed è appena approdata in una innovativa e futuristica azienda in stile Google e Facebook, il Cerchio. Con l’apparente obiettivo di migliorare il mondo e renderlo un posto migliore, il Cerchio ha in realtà il proposito di controllare e condizionare i cittadini americani, promuovendo l’uso di telecamere per favorire la “trasparenza” e quindi il controllo. Mae rimarrà coerente coi propri valori o aderirà completamente al Cerchio e ai suoi dettami?

Mae, Mae. Ti avessi avuto davanti ti avrei preso a sberle.

Insomma, angoscia, angoscia.

3 pensieri su “Purity, Le Risposte, Il Cerchio. In una parola: ansia

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