Ero a Roma per le vacanze di Natale, e mentre mi trovavo a fare una bella passeggiata per Trastevere ho pensato di fare il solito giro di rito alla libreria di Minimum Fax. Inutile dire quanto ne sia rimasta entusiasta: finalmente un posto con libri che meritano, niente sfumature di grigio e colori vari, niente Calendar Girl, niente Bruno Vespa.
La mia attenzione è caduta su Il paradiso degli animali di David James Poissant, ho riconosciuto la copertina dopo averla vista condivisa da tanti sui social, in particolare da Zelda was a writer. Non ne sapevo molto, ma Zelda è sempre una garanzia, la quarta di copertina citava Wes Anderson e furgoncini gialli Volkswagen, ero in vacanza e il mondo mi sorrideva. Perché no?
I racconti di Poissant, perché di racconti si tratta, sono una piacevole sorpresa. E una sorpresa per me è stata anche la scoperta della casa editrice NNE, che sta pubblicando tutti i libri di Kent Haruf. A parte la capacità di scegliere libri veramente validi, la NNE cura ogni dettaglio: mi piace molto come indirizzano il lettore verso il libro giusto, dando delle pietre di paragone, un po’ come se volessero farti scegliere solo quello che ti si addice davvero.
Questo libro è per chi sogna di viaggiare su un furgoncino Volkswagen in compagnia di un labrador nero, per chi ama i film di Wes Anderson e il deserto di Bagdad Café, e per chi a volte teme di essere un pazzo ma in realtà è caduto in un cerchio magico da cui riuscirà prima o poi a uscire.
Poissant ci racconta una serie di storie di incredibile durezza, ma in modo estremamente poetico: momenti cruciali, storie difficili di sofferenza e malattia. Fa da cornice il paesaggio degli Stati Uniti, che a me fa sempre pensare agli scenari alla Breaking Bad e Little Miss Sunshine.
Coppie in crisi, amanti, bambini, malattia: tutto questo non è mai raccontato con angoscia, ma delineato andando a fondo nelle storie; ogni protagonista ha la sua propria voce, unica tra le altre.
In particolare ho amato “Il Braccio”, “La fine di Aaron” e “Come aiutare tuo marito a morire”: racconti pieni di delicatezza, pur affrontando argomenti brutali come la malattia e la morte.
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